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giovedì 19 maggio 2016

A CIASCUNO IL SUO

romanzo di Leonardo Sciascia
"A CIASCUNO IL SUO"
A ciascuno il suo è un romanzo di Leonardo Sciascia del 1966, strettamente legato per temi e contenuto a Il giorno della civetta (1961). Si tratta infatti ancora di un "giallo" di ambientazione siciliana e mafiosa, ma, come avviene nel romanzo precedente, l’omicidio è connesso alla politica (attraverso la corruzione di alcuni funzionari pubblici) e alla fitta rete di "poteri forti" che ruotano attorno al mondo descritto dall'autore: non a caso, in A ciascuno il suo omertà e mafia sono forze occulte che verranno nascoste dietro alla giustificazione di un omicidio passionale.

La vicenda è ambientata nel 1964, in un paese dell’entroterra siciliano, in estate. Il farmacista Manno riceve una lettera minatoria (“per quello che hai fatto morirai”), e pensando che si tratti di un brutto scherzo, non ci bada. Tuttavia qualche giorno dopo viene ucciso in una battuta di caccia insieme a un amico, il dottor Roscio, e uno dei suoi cani. Da Roma viene inviato un commissario per indagare sull’omicidio; la prima pista che viene seguita è quella passionale: in tutto il paese si sospetta che il farmacista, considerato da tutti un bell’uomo, possa aver avuto una relazione con alcune sue clienti, mentre il dottor Roscio è rimasto fatalmente coinvolto nel regolamento di conti, in quanto si accompagnava a Manno. Tuttavia il professore d’italiano e latino Paolo Laurana, che si interessa al caso, nota sul rovescio della lettera recapitata a Manno la parola latina unicuique, che compare sulla testata de “L’osservatore romano” insieme a suum (da qui, l'espressione della legislazione latina unicuique suum, "a ciascuno il suo", che dà il titolo al romanzo). Il professore Laurana decide di indagare per conto suo come privato cittadino che vuole condurre la sua personale lotto contro l’opinione comune nel suo paese, che, in accordo con l'omertà mafiosa, recita “che il miglior diritto e la più giusta giustizia, se proprio uno ci tiene, se non è disposto a confidarne l’esecuzione al destino o a Dio, soltanto possono uscire dalle canne di un fucile”. Laurana, seguendo la "pista" de “L’osservatore romano”, scopre nell'edicola del paese che nessuno compra più da anni il quotidiano, ma che solo due persone vi sono ancora abbonate: l’arciprete e il parrocco di Sant’Anna, don Luigi Corvaia. Recatosi dai due ecclesiasti il professore inizia a sospettare che il vero obbiettivo del killer fosse in realtà il dottor Roscio. Dopo aver parlato con un deputato comunista, Laurana apprende che Roscio era stato a Roma per incontrarlo e aveva promesso al deputato documenti che provano che una persona di spicco del paese è corrotta. Tuttavia con la sua morte, la promessa non era stata mantenuta. Il professore capisce così che la lettera era stata inviata a Manno per sviare le indagini................







buona lettura.........


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